Virabhadra era un formidabile guerriero che il dio Shiva fece nascere da un suo capello. Quindi Virabhadrasana è la posizione del guerriero.
Dalla posizione di Tadasana divarichiamo le gambe di almeno un metro e le manteniamo tese. Inspirando solleviamo le braccia oltre il capo e congiungiamo i palmi delle mani in Anjali Mudra. In questa posizione dobbiamo compiere uno stiramento verso l’alto del busto e delle braccia e spingere i gomiti all’interno come se li volessimo unire.
Ruotiamo il piede destro di 90° verso l’esterno e il piede sinistro di almeno 45° verso l’interno. Ora ruotiamo il bacino e il busto contemporaneamente verso destra in modo che siano orientati nella stessa direzione della gamba. Con una esalazione pieghiamo la gamba destra ad angolo retto in modo che lo stinco sia perpendicolare al terreno e la coscia parallela. Mantenendo la gamba sinistra tesa, aumentiamo la trazione verso l’alto del busto e delle braccia, spingiamo dolcemente tra le scapole in modo da aprire il torace e pieghiamo leggermente la testa all’indietro in modo da poter guardare in alto. Spingiamo un poco il ginocchio della gamba piegata verso l’esterno in modo da non gravare sulla parte interna del menisco.
Non dobbiamo contrarre il collo e nemmeno l’addome. La coscia della gamba sinistra è leggermente tesa in modo che la rotula sia sollevata. Se abbiamo difficoltà a mantenere l’equilibrio possiamo evitare di piegare la testa indietro. Se abbiamo problemi alle spalle possiamo tenere le mani separate o, addirittura, abbassiamo le braccia all’altezza delle spalle mantenendole però tese.
Virabhadrasana può essere eseguita in modo dinamico ed allora abbineremo il respiro al movimento: esalando pieghiamo la gamba destra, inspirando la raddrizziamo e ripetiamo più volte la sequenza.
Se manteniamo l’Asana statico lo facciamo per un minimo di 20 secondi fino ad un massimo di 30, poi inspirando raddrizziamo la gamba destra e torniamo con il busto nella posizione frontale. Alterniamo la posizione eseguendola sul lato opposto.
Durante la fase statica utilizziamo una respirazione lenta e profonda che comprende anche la parte toracica. Possiamo abbinare Ujjayi Pranayama.
I Chakra stimolati sono principalmente il Manipura e il Vishudda Chakra. Durante l’esecuzione possiamo mantenere la mente concentrata sul Vishudda, se il capo non è spinto indietro allora sul Manipura.
Possiamo applicare delle varianti: dalla posizione a gambe divaricate, ruotiamo il piede destro in fuori di 90°, il piede sinistro leggermente in dentro. Inspirando portiamo le braccia all’altezza delle spalle con i palmi delle mani rivolti verso terra. Mantenendo il bacino e il busto aperti verso l’esterno, con una esalazione pieghiamo la gamba destra ad angolo retto e ruotiamo il capo in modo da poter guardare con l’occhio sinistro la mano destra. La gamba sinistra è tesa e la coscia leggermente contratta in modo che la rotula sia sollevata. Nella fase statica dobbiamo allungare il busto e mantenerlo perpendicolare al pavimento, dobbiamo allungare le braccia, tendere i glutei, aprire il bacino e il torace, allineare il coccige con la testa. Inspirando ritorniamo nella posizione di partenza.
Dalla posizione a gambe divaricate, ruotiamo il piede destro di 90° verso l’esterno. Inspirando solleviamo le braccia tese sopra il capo e uniamo i palmi delle mani in Anjali Mudra. Esalando pieghiamo il busto in avanti verso la gamba destra, contemporaneamente solleviamo la gamba sinistra. Le braccia, il busto e la gamba sinistra dovranno essere allineate e parallele al terreno. La gamba destra deve rimanere tesa e tonica. La testa si solleva leggermente in modo da poter guardare i pollici delle mani. Manteniamo la posizione dai 10 ai 20 secondi, poi esalando abbassiamo la gamba sinistra e solleviamo busto e braccia ritornando nella posizione di partenza. Ripetiamo sul lato opposto.
Benefici:
Virabhadrasana tonifica i muscoli delle gambe e delle spalle, espande il torace e il piegamento della testa indietro elimina l’intorpidimento al collo. Elimina il grasso superfluo sui fianchi e stimola inoltre tiroide e paratiroide.
Nella prima variante abbiamo una tonificazione degli organi addominali e nella seconda variante abbiamo un miglioramento dell’equilibrio, del portamento e una tonificazione dei muscoli dello stomaco
Controindicazioni:
E’ sconsigliata a chi soffre di problemi cardiaci e di pressione alta.
Durante la gravidanza:
Dalla posizione di Tadasana divarichiamo le gambe di almeno un metro e le manteniamo tese. Inspirando solleviamo le braccia oltre il capo e congiungiamo i palmi delle mani in Anjali Mudra. In questa posizione dobbiamo compiere uno stiramento verso l’alto del busto e delle braccia e spingere i gomiti all’interno come se li volessimo unire. Se questa posizione ci è fastidiosa possiamo tenere i palmi delle mani separati o addirittura portare le braccia all’altezza delle spalle.
Ruotiamo il piede destro di 90° verso l’esterno e il piede sinistro di almeno 45° verso l’interno. Ruotiamo il bacino e il busto contemporaneamente verso destra in modo che siano orientati nella stessa direzione della gamba. Con una esalazione pieghiamo la gamba destra ad angolo retto in modo che lo stinco sia perpendicolare al terreno e la coscia parallela. Ora, mantenendo la gamba sinistra tesa, aumentiamo la trazione verso l’alto del busto e delle braccia, spingiamo dolcemente tra le scapole in modo da aprire il torace e pieghiamo leggermente la testa all’indietro in modo da poter guardare in alto.
Nella seconda variante possiamo appoggiarci al tavolo o al davanzale di una finestra.
Manterremo l’Asana dai 10 ai 15 secondi. Poi esalando ci solleviamo nella posizione di partenza.