Il termine Guru è comunemente tradotto con la parola “Maestro”, colui che il buio (Gu) fa svanire (Ru). O meglio: colui che disperde il buio.
Il ruolo del Guru assume una notevole importanza soprattutto nelle tradizioni mistiche a carattere iniziatico come lo Yoga, il Tantrismo, il Cristianesimo delle origini, il Sufismo, ecc.
Il Guru è colui che ha percorso il sentiero dell’auto-illuminazione e, a causa della compassione che prova verso il suo prossimo, invece di perdersi nell’Assoluto decide di rimane tra gli esseri umani per insegnare loro la strada della liberazione.
Persino le Sacre Scritture rimarrebbero lettera morta se non ci fosse il Guru a spiegare e a testimoniare, con la sua diretta esperienza, la loro veridicità.
Ma chi è un Guru? E’ un essere umano che ha percorso (grazie al suo Guru) il sentiero della liberazione ed ha raggiunto il traguardo, non senza sacrifici e fatiche, ed ora insegna ai suoi discepoli la strada da seguire. Indica loro gli ostacoli che dovranno superare e il modo per superarli, indica loro quali sono i rispettivi punti deboli che devono rinforzare e quali i punti di forza da sfruttare. E’ la guida sicura che porta dall’ignoranza alla conoscenza.
Si potrebbe contestare tale guida affermando “io sono maestro di me stesso, non ho bisogno di un estraneo che mi dica cosa devo fare”!
Pensiamo alla nostra vita: da piccolini abbiamo i genitori che ci insegnano a parlare, a capire le differenze tra le varie cose, alle elementari abbiamo un maestro che ci insegna l’italiano, l’aritmetica, ecc., alle medie abbiamo professori che ci insegnano ancora altre materie, alle superiori ancora professori che ci insegnano, e all’università ancora. E pensate di non aver bisogno di un Maestro che ci guidi sulla via della spiritualità? Una via difficile, sempre in salita con trabocchetti che l’ego o la mente ci tendono in continuazione? Follia!
Il Guru è il faro che ci guida verso il porto sicuro, quando intorno a noi infuria la tormenta delle emozioni, dei sensi, dei desideri che ci fanno dimenticare la nostra vera natura. E’ colui che ci ricorda in continuazione chi siamo in verità, è colui che ci sprona a non stagnare in una pigra indolenza, ma di agire ed affrontare le nostre paure e vincerle. Di vincere le nostre debolezze per trasformarle in forze.
Si potrebbe andare avanti con queste affermazioni per ore.
Nelle tradizioni iniziatiche il Guru è considerato come Dio, in quanto ha realizzato la sua origine divina. E’ detto: “se Shiva si arrabbia c’è il Guru che può proteggere il discepolo, ma se si arrabbia il Guru non ci sarà nessuno a proteggere il discepolo”.
In tutte le tradizioni iniziatiche la parola del Maestro non viene mai messa in discussione, l’obbedienza è assoluta. L’ego deve essere messo da parte, ed è questo lo scopo dell’obbedienza. Prendiamo per esempio Giuda al quale Gesù chiese di tradirlo. Sapeva benissimo a cosa andava incontro eseguendo il volere del Maestro, ma lui ha obbedito. Un altro esempio ce lo fornisce un aneddoto su un Maestro Sufi di Benares (mi pare fosse Tulsi Das): lui era un illuminato e faceva il sarto. Alla domanda di un visitatore “come si raggiunge l’illuminazione?” per tutta risposta chiamò un suo discepolo per chiedergli di cercare un ago che gli era caduto e di usare una lampada per cercare maglio. Il visitatore disse: “ma Maestro, è pieno giorno, perché gli fai portare la lampada?”. In quel momento arrivò il discepolo con la lampada e si mise a cercare l’ago. Il Maestro rispose al visitatore che non era importante la questione della lampada ma l’obbedienza che il discepolo ha dimostrato. Obbedienza possibile solo se non c’è più la mente, sempre pronta a giudicare, sentenziare, contestare.
Il Guru sa sempre come comportarsi con gli allievi, a volte è acciaio, altre volte è miele, ma sempre per il bene delle persone che lo seguono. Il suo amore è sconfinato e non giudica mai.
E’ raro trovare un Sadguru (vero Guru) al giorno d’oggi nella giungla della spiritualità. Troppi falsi guru girano per le strade del mondo imbrogliando le persone, spillando loro denaro e quindi denigrando la figura del Maestro. Ma questo è il periodo in cui viviamo, questo è il Kali Yuga dove gli animali sono al posto dei re (basti guardare nel mondo della politica), dove l’apparenza ha un ruolo fondamentale nella vita delle persone e la sostanza nulla conta (basti guardare la tv). Ma, fortunatamente, nel gioco della vita l’Assoluto ogni tanto si manifesta nel corpo di un Guru per ricordarci che la manifestazione altro non è che un Suo sogno e che noi siamo della stessa sostanza del Suo sogno; quindi noi siamo Lui.
Hari Om